Il Monte
Arci
Localizzazione
Il Monte Arci si trova nella porzione centro-occidentale dell’Isola. L’attuale morfologia generale del complesso, a scudo allungato, si estende per circa 150 kmq e raggiunge la sua altezza massima in corrispondenza del condotto di alimentazione lavico (neck) di Trebina Longa (812 m s.l.m.).
Formazione
La formazione del monte si deve a due cicli vulcanici distinti: il primo, più antico, è caratterizzato dalla formazione di lave a cuscino (pillow lavas), ialoclastiti e brecce vulcaniche. La quasi totalità delle rocce oggi visibili ha avuto origine durante la fase vulcanica più recente che ha portato dapprima alla deposizione di lave acide ad elevato contenuto di silice (rioliti e ossidiana), quindi di litotipi con un tenore di silice più basso: daciti, andesiti, trachiti e basalti, che hanno ricoperto la parte sommitale del massiccio.
Insediamenti umani
L’officina di Sennixeddu, citata per la prima volta nel 1839 da Alberto de La Marmora, è stata identificata come luogo di scheggiatura preistorica nel 1956 da Cornelio Puxeddu. Gli scavi condotti dal Professor Carlo Lugliè dell’Università di Cagliari hanno consentito di comprenderne la diverse fasi d’uso e le caratteristiche tecnologiche. La cavità naturale di Su Forru de is Sinzurreddus, situata poco a valle rispetto all’officina, rappresenta la più antica presenza umana stabile nella zona, con una necropoli datata al Neolitico Medio.
Altre materie prime nel Monte Arci
Nel corso del periodo Neolitico, le comunità che popolavano la Sardegna fecero intenso uso dell’ossidiana. Tuttavia, pur con modalità differenti legate in particolar modo alle risorse disponibili nei territori, utilizzarono anche altre materie. Il museo dell’ossidiana ne espone una ricca collezione. Si tratta di rocce la cui struttura omogenea e vetrosa assimila il comportamento della frattura a quella della nostra roccia vulcanica, risultando anch’esse adatte a generare schegge dai margini taglienti.